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Del Sangue e Della Carne: intervista all'autore Ramsis D. Bentivoglio

É con immenso piacere inaugurare questa rubrica del blog dedicata agli autori emergenti con un ragazzo tanto promettente quanto appassionato: Ramsis D. Bentivoglio.


Siamo sicuri che se avrete la fortuna di leggere "Del Sangue e Della Carne" (edito da Porto Seguro Editore, 2020) vi sarete guadagnati un nuovo autore da tenere nella vostra personalissima watchlist letteraria.

Ma iniziamo con l'intervista e partiamo dalla cosa che più ci ha incuriosito della tua opera: Chi è Julia?

Partiamo da Julia. Julia è la ragazza della quale il nostro Protagonista, che volutamente non ha nome, si innamora. Julia, come mostra anche il suo corpo tatuato e mascherato di inchiostro, nasconde un segreto, un lato oscuro dell'anima che si va a scontrare con quello del Protagonista. Ed è proprio da questi due vuoti che nasce il Buco Nero della storia.


Il tuo libro è ambientato in Estonia e racconta della ricerca di una vita semplice, nel contorno della natura. Da quale luogo hai preso ispirazione? Sei davvero stato in Estonia oppure hai un luogo segreto dal quale trai ispirazione?

La scelta dell'Estonia nasce dalla ricerca, correlata, dell'habitat di un altro protagonista del romanzo, il Cervo Rosso, uno dei più begli esemplari d'Europa. Dopo una vasta e dettagliata ricerca, l'Estonia si è rivelato il luogo ideale della storia. Questa ricerca mi ha portato a intrecciare un rapporto di consulenza con Samuele De Pizzol, cacciatore italiano emigrato nel Baltico, che mi ha aiutato a esplorare luoghi che non ho mai visitato, ahimè. Una bellissima esperienza di consulenza letteraria.


A chi suggeriresti il tuo libro in particolare?

Il romanzo è la storia di morte e rinascita spirituale del Protagonista. Un ex professore che deve ritrovare un motivo per vivere e sfrutta la sua filosofia per affrontare se stesso e il mondo con un nuovo sguardo, perdonando se stesso e il destino infausto. Lo consiglio a chi ha affrontato e vinto il proprio dolore. Si può guarire anche grazie alle stesse ferite che ci hanno abbattuto. È anche un libro di avventura e un thriller, così anche chi ama Aristotele, e non solo Indiana Jones, può apprezzare e amare il romanzo.


Ma ora raccontaci un po' di te: che cosa fai nella vita quando non scrivi?

Nella vita ho sempre portato avanti il lato artistico anche se ho svolto lavori ben diversi dalla mia vocazione e differenti tra loro. Ho lavorato in Ausl, poi in assicurazione come consulente e intermediario per fondi pensioni e di investimenti, quindi ho lavorato un po' nei campi, alle Poste nel reparto spedizioni, infine come correttore di bozze, saltuariamente. Al momento sono a riposo dai lavori “classici”, eufemisticamente.


Quali difficoltà hai incontrato come scrittore esordiente? Come organizzi il tuo tempo fra scrittura e il lavoro più "classico"?

Essere uno “scrittore esordiente” mi ha reso la vita difficile nell'aspetto della promozione. In pochi valorizzano e pubblicizzano un emergente. Ho sempre scelto di pubblicare solo con case editrici non a pagamento, ma tra le indipendenti poche investono sulla promozione del nuovo arrivato. Porto Seguro, già dal nome, aiuta seriamente chi è agli inizi. Anche se pubblico ormai da 4 anni è ancora difficile trovare luoghi e canali web disposti a far pubblicità.

Qualsiasi lavoro svolga scrivo, questo me lo impongo. Al contrario, divento scontroso e di cattivo umore. Scrivere, da sempre, mi ha aiutato e mi ha salvato la vita. Anche solo mezz'ora al giorno trovo il tempo e le energie per farlo. È un lenitivo per l'anima e il corpo.


Quali consigli puoi dare ad altri ragazzi o ragazze che hanno il sogno di diventare autori?

Il consiglio che mi viene, dato dall'esperienza, è di scrivere esclusivamente per sé e per nessun altro. La terapia che nasce dalla scrittura dà beneficio a chi la pratica. Naturalmente e spontaneamente verrà il momento per cercare un editore e tutto l'iter, ma in primis, scrivere per sé. Sempre. È necessario essere artigiani della penna o della tastiera! Non farsi scoraggiare mai significa essere sulla buona strada.


L'Italia è un paese con tantissimi scrittori e relativamente pochi lettori. Come si fa a pubblicizzare un libro con un budget limitato in un mercato saturo?

La pubblicità, come detto, è impegnativa, ma si può fare anche senza budget, ma con tanta pazienza. Su internet esistono decine e decine di siti appositi. Mandare almeno dieci mail al giorno aiuta. Sicuramente uno ti richiamerà e potrai iniziare a farti conoscere. È utile sfruttare i social con pagine dedicate al libro in pubblicazione e magari aprire un blog o un sito personale dove mostrare parti del libro e fidelizzare i followers. È un lavoro lungo, ma che dà soddisfazioni, anche inattese, a volte. Frequentare le librerie aiuta, le fiere, insomma, nuotare il più possibile tra scrittori, autori e libri. Il lettore si vuole sentire partecipe dell'opera, più viene coinvolto, più ti seguirà.


Qual è il tuo momento più prolifico durante le 24 ore? Ti ritieni di più uno scrittore notturno o diurno?

La notte è foriera di buoni spunti per me, ma non devo esagerare altrimenti il cervello non si spegne mai, neppure nel sonno. Ad ogni modo, dipende dai periodi. L'oscurità, anche stagionale, mi aiuta. D'estate non scrivo quasi niente. Sono un letargico al contrario, sveglio d'inverno e dormiente d'estate.


Diciamo che hai la bacchetta magica e puoi impadronirti di un libro scritto da altri e farlo diventare tuo. Quale scegli e perché?

Se potessi aver scritto un libro non mio sceglierei Lo strano caso del dottor Jekyll e Mr. Hyde di Stevenson e Profumo di Suskind. Due libri che mi sono letteralmente bevuto e che reputo i migliori mai letti e scritti. I libri perfetti, per quanto mi riguarda, per la loro capacità introspettiva e profetica. Da essi si può percepire l'ispirazione che hanno impresso nei rispettivi scrittori durante la stesura.


E se potessi scegliere un libro da far leggere ai ragazzi che vanno a scuola, quale inseriresti nel programma scolastico?

La scuola ha bisogno di passione, ancor di più gli studenti che la frequentano per obbligo. Parafrasando Ennio Flaiano, per far odiare qualcosa insegnatela a scuola. Non mi sento di consigliare un titolo in particolare, dovrebbero essere gli studenti a poter scegliere tra almeno un centinaio di libri, da Don Chisciotte a Dracula, da Il conte di Montecristo a Moby Dick, passando per It di Stephen King fino a Le cronache di Narnia di Lewis. Lasciar liberi rende amanti della bellezza. I nostri ragazzi sanno e possono scegliere da soli, noi adulti possiamo solo consigliare.


Ci devi perdonare ma la nostra passione, insieme ai libri, sono i regali in generale. Qual è il regalo che vorresti ricevere e che nessuno ancora ti ha fatto? Forse qualcuno leggendo questa intervista potrà rimediare..

Ho imparato a farmi i regali, che amo, da solo per praticità, ma è una bella domanda. Il regalo che attendo è che il libro pubblicato o ancora da pubblicare svolga il compito per cui è nato, regalare emozioni e avvicinare il confine tra il cielo delle idee e la terra delle azioni concrete. Meno romanticamente, spero di riempire le librerie dei singoli lettori con le mie opere e di vendere milioni di copie. Non ambisco a premi letterari, ma alla visibilità. Freud potrebbe fare un trattato su quest'ultima mia dichiarazione, ma meglio essere sinceri che repressi!


Grazie mille per aver accettato questa intervista e siamo molto contenti di averti conosciuto!

Un carissimo saluto a tutti e buona lettura!



Ramsis D. Bentivoglio è nato a Faenza e vive a Milano. Nel 2017 ha pubblicato un romanzo, La scomparsa dei corvi (EVE edizioni) e una raccolta di poesie, Ode d’oltreoceano (Il Pontevecchio edizioni). Gestisce un blog, Granchio Letterato, di cultura, letteratura e cinema. Nel 2020 ha pubblicato La passione di Fatima per GDS editore.


Se volete conoscere meglio questo autore vi segnaliamo il suo blog: https://granchioletterato.wordpress.com/

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